Pillole di autoctono il Bellone
Questa uva a bacca bianca è originaria delle coste laziali ed ha origini antichissime. Dopo una fase decadente coincidente con il finire dello scorso millennio, ha oggi ripreso ad essere molto coltivata, anche se non di grande produzione. Oltre che nei vini in purezza di Bellone, la troviamo nella Roma DOC e nelle principali denominazioni dei Castelli Romani.
Il grappolo presenta un apice a ventaglio, cotonoso, verde biancastro con orlo carminato; foglia grande, pentagonale, quinquelobata con seno peziolare a lira con bordi chiusi e anche sovrapposti di colore verde carico. Grappolo quasi grande, cilindro-conico, qualche volta con un’ala, semi-spargolo o compatto con acino di media grandezza, sub-rotondo, buccia spessa, consistente, di colore giallastro, polpa quasi molle e dal sapore semplice. Il vitigno ha una buona vigoria, preferisce sistemi d’allevamento a media espansione e potatura ricca, media o corta. (Fonte Vivai Rauscedo).
Il vino che si ottiene d questa uva è con una discreta finezza, fresco, sapido, con retrogusto leggermente amarognolo, i profumi sono influenzati dall’altitudine di coltivazione. Troviamo infatti uve profumate nelle zone più alte (tra i 400 e i 550 metri slm) e con profumi meno spiccati nelle zone più basse. La sua intrinseca sapidità è maggiorata dalla vicinanza con la costa.
E’ un vitigno che si è diffuso nella penisola nel corso dei secoli, e quindi è associato ad un elevato numero di sinonimi, fra cui Albanese, Bello gentile, Cacchione, Pampanaro, Zinna Vacca, Arciprete, Bello buono, Bello Cacchione, Bello Fagotte, Bello Palloccone, Bello Piccolitto, Bello Romanesco, Bello Terrigno, Bello Verdone, Pantrastico, Pociccone, Uva Pantastica, Uva Preta, Uva di Spagna Bianca, Pacioccone, uva pane, pagadebit, verdeca.
Il Bellone è iscritto al Registro Nazionale delle Varietà della Vite dal 1970.
Consigliare una particolare etichetta diventa oggi difficile, avendo la maggior parte dei produttori laziali inserito nel loro portafoglio prodotti un vino a base di uva bellone. Se ne produce di più semplice e d immediato con solo fermentazione in acciaio, e di più complessi e maturi che prevedono ampi passaggi in legno. Di sicuro è un vino immediato, facile, piacevole che riscontra un certo successo tra i pubblico, essendo annoverabile tra le novità enologiche di questo paese.
Cito però il Bellone IGP Monsignore, prodotto dall’azienda Agricola I Lori di Cori, in provincia di Latina perché lo reputo un grande vino. Affina in barrique di rovere nuovo per almeno 6/8 mesi e successivamente matura ulteriormente in bottiglia. La cura maniacale dei vigneti seguiti personalmente da Roberto Palombelli fa si che in cantina arrivi un’uva sana e di grande qualità che ben vinificata non può che dare vita ad un grande vino.