Pillole di autoctone il Violone

Violone è il nome che in provincia di Viterbo (ma anche nella confinante provincia di Rieti) assume il vitigno Montepulciano, originario dell’Abruzzo. Non è un caso che nel viterbese lo si appelli anche come Violone della Tuscia e si facciano riferimenti ai Colli Etruschi, certificazioni etimologiche di un lunghissimo legame con il territorio e la sua storia. La maggior parte delle vigne è coltivato nella zona collinare tra il lago di Bolsena e il Mar Tirreno, un’area con uno dei migliori terroir per la vite, con i suoli caratterizzati da componenti di antica origine vulcanica. Questi terreni ricchi di minerali, offrono un substrato perfetto per una viticoltura di qualità e la produzione di vini eleganti e dal buon corredo aromatico.

Ci troviamo nella regione dove l’enologia ha la storia più antica d’Italia, infatti dai ritrovamenti etruschi della necropoli di Castiglione in Teverina, datati circa 1800 anni AC, si è certi della vinificazione della vite nelle città stato etrusche. Il successivo arrivo dei romani, che appresero molte tecniche enologiche proprio dagli etruschi, decreta l’area come zona di produzione, e lo rimarrà nel corso dei secoli a partire dai Farnese fino ai nostri giorni. Proprio oggi i produttori della zona che si sono impegnati sulla strada della qualità stanno ottenendo un notevole successo con le etichette a base di Violone, ottenendo apprezzamenti dal pubblico e premi da guide e concorsi.

L’ uva è una varietà abbastanza vigorosa, con un’epoca di maturazione tardiva. Per esprimersi al meglio delle sue qualità, predilige climi caldi e secchi, con buone esposizioni collinari, su suoli calcareo argillosi. È un vitigno abbastanza rustico e in gioventù piuttosto spigoloso, che per raggiungere la maturità e la migliore armonia espressiva, si avvantaggia di un buon periodo di maturazione in legno e di un successivo affinamento in bottiglia.
Il vino ha un colore rosso rubino molto intenso, con riflessi violacei. Al naso, soprattutto in gioventù, esprime aromi vinosi e fruttati, che evolvono verso note di confettura di marasca e sentori speziati con l’invecchiamento. Al palato ha buona struttura, è caldo ed esprime una bella complessità aromatica. La trama tannica è sempre in evidenza e la freschezza equilibrata. Il finale è persistente.

Il riconoscimento della Doc per il Colli Etruschi Viterbesi o Tuscia Violone Doc è avvenuto nel 1996. Secondo il disciplinare, la zona di produzione è limitata ai territori dei comuni di: Acquapendente, Arlena di Castro, Bagnoregio, Barbarano Romano, Bassano in Teverina, Blera, Bolsena, Bomarzo, Canino, Capodimonte, Castiglione in Teverina, Celleno, Cellere, Civitella d’Agliano, Farnese, Gradoli, Graffignano, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Lubriano, Marta, Montefiascone, Monte Romano, Onano, Oriolo Romano, Orte, Piansano, Proceno, San Lorenzo Nuovo, Tessennano, Tuscania, Valentano, Vejano, Vetralla, Villa San Giovanni in Tuscia, Viterbo e Vitorchiano. Per la tipologia Rosso, con menzione del vitigno violone (montepulciano), la base ampelografica è fissata in un minimo di 85% di violone, il restante 15% può essere eventualmente saldato con altre uve a bacca rossa, autorizzate nella Regione Lazio, a eccezione del Ciliegiolo. Il titolo alcolometrico minimo previsto dal disciplinare è di 10,00%.

Una bottiglia da ricordare? Violone Tuscia DOP Sant’Antonio della cantina Stefanoni di Montefiascone

Salute

 

Sharing is caring!